Un anziano reduce della Seconda Guerra Mondiale e affetto da demenza senile, racconta una storia. Si sforza di ricordare, ma le assurdità della realtà storica si confondono con la sua immaginazione, dando vita a un racconto tra il reale e il surreale. La storia narra di un violinista deportato nell’immaginario lager di Siegfriedsdorf che, privato del suo violino e costretto a lavorare nella falegnameria del campo, trasforma un lungo segaccio in uno strano ma affascinante strumento musicale. Con i suoi ostinati tentativi di riappropriarsi del mondo musicale ed estraniarsi dal contesto di prigionia, egli finisce per suscitare l'interesse del comandante tedesco il quale gli ordina di formare una piccola orchestra insieme ad altri reclusi. Al musicista viene pertanto concesso di suonare ancora, in un crescendo di approvazione, ma sarà costretto a farlo nelle drammatiche situazioni che il campo di concentramento impone.